La regulatory sandbox nell’ordinamento italiano: profili critici e prime applicazioni
di Nicolò Pini
Di recente si sta affacciando, anche nell’ordinamento italiano, un nuovo modello di regolazione delle tecnologie emergenti denominato regulatory sandbox. Tale approccio consiste nella temporanea deroga a norme di rango primario impeditive della sperimentazione (cd. barriere normative) finalizzata a testare sul campo le tecnologie emergenti, pur sotto la vigilanza delle autorità pubbliche. In particolare, l’art. 36 D.L. n. 76/2020 ha introdotto, in modo generale, siffatto strumento in Italia, il quale consente alle imprese richiedenti di ottenere dal Dipartimento per la Trasformazione digitale l’autorizzazione a derogare temporaneamente norme di rango primario per finalità di sperimentazione. Obiettivo di questo lavoro è tentare di offrire una panoramica generale sul nuovo meccanismo. Da un lato, si porrà l’accento su possibili questioni di legittimità costituzionale che la disciplina solleva. Dall’altro lato, particolare attenzione sarà riservata alle prime sperimentazioni riscontrabili nella prassi. Le ultime righe saranno dedicate a considerazioni finali, anche in un’ottica de jure condendo.