Lo strumento del partenariato speciale pubblico-privato per la cultura alla luce delle novità introdotte dal decreto “Semplificazioni”
di Piera Guglielmini
Il tema relativo alle modalità di gestione/valorizzazione dei beni culturali da parte dei privati e degli enti locali è un argomento di estrema attualità e continuo dibattito per l’ormai acquisita consapevolezza del fatto che la valorizzazione integrata del patrimonio culturale, basata sulla preservazione dei valori e delle risorse patrimoniali tangibili ed intangibili, va considerata la strategia più efficace e sostenibile a sostegno dello sviluppo economico delle comunità.
In tale panorama si collocano le recenti novità introdotte dal c.d. decreto “Semplificazioni” aventi ad oggetto la modifica sia dell’articolo 151 del d. lgs. n. 50/2016, che consente anche agli Enti territoriali di dar vita a Partenariati speciali pubblico privati semplificati per la gestione e valorizzazione dei luoghi della cultura, sia dell’art. 115 del D.lgs. n. 42/2004, in materia di gestione dei beni culturali. Come si avrà modo di evidenziare, tale intervento sottende l’intento dell’ordinamento nazionale di incentivare una maggiore apertura al ricorso a forme di PPP in materia di beni culturali, anche grazie allo snellimento delle procedure, con l’intento di allineare così la legislazione dei beni culturali con il Codice dei contratti pubblici e con le tendenze europee.