I parametri della efficienza, della economicità, della efficacia, tra sperimentazione e attuazione. Il ruolo della Corte dei conti tra il 1984 e il 1990 (ed oltre): una esperienza indimenticabile sotto l’egida della Corte dei conti.
di Rosario Scalia, Federica Scalia
Gli interventi legislativi riguardanti la Pubblica Amministrazione, promossi dai Governi che si sono succeduti in Italia negli anni settanta fino agli anni novanta del secolo scorso (e che hanno influenzato gli anni 2000), non hanno sortito quegli effetti di natura innovativa che erano stati previsti da decisori tecnici appartenenti all’Accademia. La mancanza di un controllo di esecuzione delle leggi relative, diversamente da ciò che avviene negli USA e in altri Paesi d’Europa, che hanno dato seguito prontamente ai principi della “Dichiarazione di Lima” sul controllo indipendente esterno delle Istituzioni superiori di controllo, ha determinato, tra i cittadini e le imprese, stati di illusione e, al contempo, ha favorito decisioni arbitrarie assunte dalle burocrazie al solo scopo di assicurare una esecuzione differita nel tempo della legislazione riguardante il “sistema dei controlli interni”. Non trovandosi la Corte dei conti di fronte a un sistema funzionante, pur avendo dato il suo contributo tecnico alla realizzazione del Progetto “Funzionalità ed Efficienza della Pubblica Amministrazione” (1984-1988), la sua Magistratura ha preferito concentrarsi sul controllo economico-finanziario del sistema degli Enti Locali, rinunciando, de facto, ad assumere un ruolo di guida per dare sostanza di contenuti al principio del buon andamento ex art. 97 Cost., pur essendo stata chiamata dal Legislatore nazionale ad occuparsene già nel 1981, in occasione della istituzione della Sezione Enti Locali (Sezione delle Autonomie, dal 2000).